A CURA DI: Dott. Antonio Fusco
Specialista in Cardiologia ed Aritmologia

Nutraceutica

L’assunzione di integrazione mirata è parte importante di un corretto stile di vita. E’ però complementare ad una corretta alimentazione ed attività fisica. 


Perchè integrare vitamine e sali minerali

Per l’organismo umano alcuni nutrimenti sono indispensabili, perché non siamo in grado di sintetizzarli e devono necessariamente essere assunti dall’esterno.
Questi nutrimenti sono l’ossigeno, l’acqua, la luce e i raggi solari, le proteine, gli acidi grassi Omega3 e Omega 6, le Vitamine e i sali Minerali. Ti sembrerà strano ma i carboidrati non sono essenziali, perché il nostro organismo è in gradi di autoprodurli utilizzando le proteine o i grassi. Invece la dieta dell’italiano medio prevede una percentuale di alimenti costituiti da carboidrati che va dal 50% al 75%, quindi puoi comprendere come sia sbilanciata rispetto alle reali necessità nutrizionali.
I cibi comunemente consumati nel mondo occidentale sono molto ricchi di zuccheri e molto poveri di micronutrienti.
Ma anche coloro che mangiano in modo intelligente ed equilibrato devono fare i conti con molti fattori che condizionano la qualità di ciò che arriva sulle nostre tavole.
Lo sfruttamento dei terreni, le coltivazioni e gli allevamenti intensivi, l’uso di antibiotici, le filiere commerciali, l’uso di fertilizzanti e di antiparassitari, le trasformazioni tecnologiche, l’inquinamento ambientale, e tanti altri fattori, depauperano in modo determinante ogni alimento dalle sue originarie proprietà nutritive.
Qualche decennio fa se staccavi una mela dall’albero e la mangiavi potevi assumere una certa quantità di vitamina C.
Oggi, purtroppo mangi principalmente acqua e zucchero e non puoi assicurarti la sufficiente assunzione delle necessarie vitamine.
Per questo è fondamentale integrare la dieta con l’abituale assunzione di vitamine, di sali minerali e di acidi grassi.
Ovviamente l’integrazione sarebbe il caso che venga calcolata in base alle reali necessità individuali piuttosto che seguendo le mode e il fai da te, onde evitare controindicazioni e sperpero di soldi.
Un’altra raccomandazione importante è quella di non considerare l’assunzione di integratori come la panacea di tutti i mali o la scusa per condurre uno stile di vita scorretto.
L’alimentazione equilibrata e pulita, la pratica di attività fisica e le strategie di gestione dello stress cronico e dell’ansia latente sono imprescindibili, e solo curando questi aspetti decisivi dello stile di vita si potrà raggiungere il top della salute e del benessere, grazie anche all’integrazione di micronutrienti.

 

Magnesio Completo

stimg img 121 18MAGNESIO ATTIVO con CLORURO DI MAGNESIO è coniugato con altre forme di magnesio per avere un assorbimento ancora più alto e sinergico.
PERCHE’ IL CLORURO DI MAGNESIO:
Il primo motivo è la maggiore assorbibilità a livello intestinale del cloruro di magnesio, quindi grazie alla sua particolare distribuzione nell’organismo, il cloruro di magnesio dà vantaggi che altre forme di magnesio non danno. Il secondo motivo è il
fatto che sia universalmente riconosciuto al cloruro di magnesio l’effetto antibiotico, tanto che è stato usato nelle infezioni sull’uomo ed anche in veterinaria.
VANTAGGI PER CHI TENDE ALLA STITICHEZZA
Il cloruro di magnesio attira l’acqua, ha una capacità igroscopica molto potente. Ogni ione magnesio attrae nel tubo digerente circa ottocento molecole d’acqua e con l’assunzione quotidianaviene aumentato il livello d’idratazione laddove serve nell’intestino. Inoltre, il Magnesio Marino stimola il sistema biliare. «Le feci diventano inodore» – «un fenomeno particolarmente vistoso», scrive il Dott. Pierre Delbet quando si fa uso a lungo termine del cloruro di magnesio. Il cambio di odore con l’uso di «Magnesio Marino» suggerisce che qualcosa di vantaggioso sia accaduto.

INVECCHIAMENTO E PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE

stimg img 122 19Il cuore invecchia via via che si riducono i livelli di magnesio. Lo sapevate che senza il sufficiente apporto di magnesio il vostro cuore smetterebbe di battere ed i medici direbbero che è stato un attacco di cuore? Diminuendo il magnesio (che è addetto al rilassamento del muscolo liscio cardiaco) e aumentando il calcio depositato (che è addetto alla contrazione del muscolo liscio), si crea uno stato ipertensivo quindi la muscolatura del cuore sviluppa uno spasmo o un crampo e smette di battere. Questo accade perché c’è magnesio insufficiente per rilassare il cuore e per renderlo pronto per la contrazione seguente. La normale e sana funzione del tessuto dipende dall’equilibrio tra la possibilità di contrazione e di rilassamento. Tenete presente che il calcio, altro minerale indispensabile, senza il magnesio non viene assimilato nel corpo. Il calcio quindi, non dovrebbe mai essere preso da solo, altrimenti esso eliminerà il magnesio dalle varie parti del corpo per poter essere assimilato. Questo è ciò che accade a chi mangia latticini e a coloro che bevono latte. Il latte è composto da circa otto parti di calcio contro una di magnesio, ciò determinerà una carenza di magnesio. L’eccesso di calcio nel vostro organismo formerà dei depositi quali calcoli biliari, calcoli renali, depositi di calcio nelle giunture causando l’artrite.

 

PREVENZIONE DELL’OSTEOPOROSI POST MENOPAUSA

stimg img 123 20L’osteoporosi è una condizione particolarmente comune per le donne nel periodo dopo la menopausa, caratterizzato dalla riduzione della massa ossea, da dolori ossei e da una maggiore facilità alle fratture. C’è un enzima presente sia a livello paratiroideo, sia diffusamente sulle ossa che si chiama ransglutaminasi. Una iperattivazione patologica di questo enzima determina problemi nell’assimilazione e fissazione ossea del calcio, nonché calcificazioni patologiche a livello osseo. Non è più un mistero il ruolo determinante del magnesio nella fissazione del calcio nelle ossa per chi abbia letto la letteratura medica prodotta negli ultimi cinque anni. Oggi sappiamo che l’attivazione patologica delle transglutaminasi (con conseguenza sia di demineralizzazione sia di calcificazioni non appropriate) avviene quando, avendo ridotto i propri livelli di magnesio, questi enzimi (che regolano il grado di mineralizzazione) sono più suscettibili ai sovraccarichi metabolici e tossici. L’uso di cloruro di magnesio ripara queste situazioni addirittura anni dopo che si sono verificate.

PER LA SALUTE DELLA PROSTATA

I medici Delbet, Neveu, Martin du Theil ottengono dei risultati positivi usando il cloruro di magnesio per prevenire l’ingrossamento della prostata con l’invecchiamento: «Aumentando l’approvvigionamento di magnesio», scrive Delbet, «si può fermare l’evoluzione dell’ipertrofia prostatica, addirittura spesso recede con l’uso continuato del cloruro di magnesio. Padre Beno J. Schorr anch’egli riporta numerosi casi di benefici effetti del cloruro di magnesio sulla prostata: «Un anziano non riusciva ad urinare, il giorno prima dell’operazione alla prostata gli somministrarono due dosi da 3.0 grammi del cloruro di magnesio; iniziò subito a migliorare … e dopo una settimana era guarito, senza operazione. Ci sono casi in cui le alterazioni alla prostata regrediscono talvolta fino alla completa normalità. Riscontrato il miglioramento, si prosegue la somministrazione del cloruro di magnesio con dosi minori: quelle per la prevenzione.

IL COLESTEROLO ALTO

Il magnesio aiuta a ridurre il tasso di colesterolo nel sangue. In pazienti con colesterolo elevato vengono utilizzati i farmaci anticolesterolo che inibiscono la «reduttasi» lo step chiave nella biosintesi del colesterolo modulatore dell’ATP-Mg. Negli stessi pazienti se invece del farmaco specifico si supplementa il magnesio la riduzione del colesterolo è in media del 20% (a fronte di un 30% che si otterrebbe con i farmaci classici inibitori di reduttasi). Ma ci sono altre situazioni di alterazione della sintesi dei grassi che sono al di fuori della portata del farmaco anti colesterolo che dipendono da una carenza di magnesio e che infatti beneficiano dalla supplementazione di magnesio: ad es. la sua somministrazione riduce fino al 30% i trigliceridi (Rasmussen 1988, Nassir 1995) e aumenta il colesterolo buono del 10%. Già nel 1956 Bershon notava una normalizzazione in tutti i pazienti con colesterolo elevato che si sottoponevano a un regime di magnesio-terapia.

Melatonina

stimg img 139 schermata 2021 06 04 alle 16.26.30La Melatonina come è noto è un valido aiuto nel ripristinare il ritmo circadiano e quindi trova una vastissima applicazione nel regolare il ritmo sonno-veglia sia in caso di insonnia sia in caso di cambio di fuso orario (jet-leg). Ma la melatonina non serve solo per dormire ma anche per RIMANERE GIOVANI, infatti è stato studiato che la melatonina con Zinco e Selenio e coniugata con Adenosina e Glicina aiuta a proteggere la ghiandola pineale e a mantenere le sue funzioni. La ghiandola Pineale determina:
– l’equilibrio delle funzioni ormonali, metaboliche ed immunitarie
– il mantenimento delle condizioni metaboliche giovanili
– la sincronizzazione dei cicli fisiologici dell’organismo.
Quaranta anni di studi dimostrano che la risincronizzazione della ciclicità ormonale (neuroendocrina) diretta dalla ghiandola pineale – e il suo mantenimento e protezione mediante somministrazione notturna di un’appropriata formulazione di melatonina, iniziando in ancora giovane età (dai 30 ai 35 anni) – aiuta a mantenere le condizioni giovanili. Gli ormoni e tutte le molecole del corpo seguono strettamente la ciclicità diurna e notturna (ritmi circadiani), i cicli solari e lunari, e i cicli stagionali (in particolare la luce e la temperatura). Tale ciclicità è alla base della salute. L’invecchiamento è semplicemente un processo evolutivo dello sviluppo, un “programma” come la crescita e la fertilità, legato al patrimonio genetico della specie e dell’individuo ed espresso tramite il mantenimento prima, e poi il decadimento progressivo dei cicli ormonali. Infatti l’invecchiamento è dovuto anche alla rottura della relazione sincronica tra i ritmi circadiani/stagionali e quelli ormonali.
 

Una relazione, questa, che viene regolata dalle strutture del sistema nervoso facenti parte del circuito cerebrale ipotalamo-ipofisi-pineale, che integra e sincronizza i cicli notte-giorno della sintesi e secrezione di tutti gli ormoni. L’invecchiamento dell’uomo è dunque legato certamente a un programma genetico, ma l’espressione di tale programma è proprio la periodicità circadiana del sistema ormonale. A loro volta i cicli e ritmi ormonali del giorno e della notte sono sotto stretto controllo degli impulsi della ghiandola pineale, che integra e rispedisce i messaggi alle ghiandole endocrine. La ghiandola pineale (o epifisi), che regola la sintesi e la secrezione ciclica degli ormoni del nostro organismo, produce la melatonina, e invecchiando ne produce sempre di meno. Infatti è durante l’infanzia che la produzione di melatonina raggiunge il suo picco massimo, In seguito comincia a calare lentamente, intorno ai 45 anni si verifica un ulteriore crollo e intorno agli 80 anni il livello di melatonina presente nel corpo di una persona altrimenti sana è meno della metà di quello di un individuo giovane. L’appiattimento fino alla scomparsa del picco notturno di melatonina, oltre alla costante diminuzione dei livelli dello zinco nel sangue con l’avanzamento dell’età, sono i segnali precisi dell’invecchiamento dell’organismo e del decadimento del controllo ormonale delle nostre funzioni essenziali, tra cui il sonno, la forza fisica, l’adattamento alla temperatura, il vigore sessuale, la resistenza alle infezioni e così via. Si tratta quindi di prevenire questo andamento mediante somministrazione di un’idonea formulazione di melatonina in modo da mantenere costante il messaggio giovanile del picco notturno della melatonina tipico della giovinezza.

Cosi facendo si aiuta a far riacquistare alla ghiandola pineale, e pertanto anche alla persona, quello status giovanile che è fondamentale per serbare i ritmi biologici che controllano ormoni e immunità, e quindi la sincronizzazione circadiana (ciclicità fisiologica) dell’intero sistema ormonale che regola strettamente le funzioni metaboliche ed immunologiche naturali. Si favorisce di conseguenza la normalizzazione di tutte le funzioni immunologiche, metaboliche ed endocrine. Poiché l’epifisi produce melatonina solo di notte, somministrando un’adeguata formulazione di melatonina la sera, la ghiandola pineale non deve più produrre melatonina attraverso un processo di sintesi molto complesso e “si mette a riposo”. In questo modo si aiuta a mantenere e proteggere l’integrità della funzione della ghiandola pineale e conseguentemente a ricostituire tutti i ritmi ormonali oltre a rallentare l’invecchiamento (che è certamente un chiaro processo programmato geneticamente nel cervello, ma che si manifesta tramite la regolazione ormonale). Quindi, se c’è una destrutturazione dei ritmi biologici del corpo, l’assunzione dell’appropriata formulazione di Melatonina aiuta a ristrutturare l’orologio biologico interno.

Omega3

stimg img 103 1E’ l’integratore sicuramente con maggiore letteratura scientifica proprio sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari, composto da acidi grassi polinsaturi ad azione antiinfiammatoria denominati EPA e DHA.  Sono elementi costitutivi a livello molecolare della generazione di  “resolvine“, gli ormoni direttamente responsabili della risoluzione dell’infiammazione cellulare.

OMEGA 3 E FUNZIONE ANTINFIAMMATORIA
Molte delle azioni biologiche dei PUFA sono mediate da mediatori lipidici bioattivi prodotti dalle ossigenasi degli acidi grassi come le cicloossigenasi (COX), le lipossigenasi (LOX) e le monoossigenasi del citocromo P450 (CYP).
L’acido arachidonico omega-6 (AA) viene rilasciato dai fosfolipidi di membrana in risposta a stimoli infiammatori e successivamente convertito attraverso un processo dipendente dagli enzimi LOX e COX in eicosanoidi come prostaglandine (PG), leucotrieni (LT) e lipossine (LX). Gli Omega-3 come EPA e DHA sono disponibili nei siti di infiammazione per la conversione enzimatica in mediatori bioattivi.
Si ritiene che l’effetto antinfiammatorio degli omega-3 si verifichi in competizione con la formazione di derivati dell’AA (Acido Arachidonico) e con la formazione di metaboliti ad azione antinfiammatoria come resolvine, protectine e maresine.
Prove emergenti suggeriscono che un’infiammazione incontrollata può contribuire a una progressione verso stati infiammatori cronici, comprese malattie cardiovascolari, malattie autoimmuni, fibrosi e cancro.
 

OMEGA 3 E FUNZIONE CARDIACA

I fattori di rischio a cui dare importanza per ridurre gli eventi cardiovascolari, sono i livelli di LDL e colesterolo nel sangue, lo stress ossidativo e alterazioni nella coagulazione del sangue. Una dieta ricca di antiossidanti e omega-3 contribuisce a prevenire eventi cardiovascolari come ormai ampiamente dimostrato.
Diversi studi effettuati su differenti ceppi etnici, Inuit della Groenlandia, Olandesi e Nipponici hanno dimostrato che chi ha una dieta ricca di pesce ha una minore incidenza di eventi cardiovascolari rispetto a chi invece nello stesso ceppo etnico ha una dieta povera nel consumo di pesce.
Ciò dimostra che la diminuzione dei livelli sierici di acidi grassi polinsaturi n-3 (PUFA), inclusi l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA è associata ad un’aumentata incidenza di eventi cardiovascolari e mortalità.

EFFETTO ANTIARITMICO

Dato dall’inibizione dei canali del sarcolemma che allunga il periodo refrattario relativo. Questo è definito come il periodo in cui non può partire un nuovo potenziale d’azione e di conseguenza agisce come meccanismo di protezione per evitare aritmie e per coordinare la contrazione muscolare.

EFFETTO ANTITROMBOTICO

Gli omega-3 inibiscono la formazione di trombossani e prostaglandine che portano a vasocostrizione e aggregazione piastrinica

EFFETTO SULLA PRESSIONE SANGUIGNA

Soggetti trattati con EPA hanno dimostrato una riduzione di radicali dell’ossigeno all’interno dei neutrofili che si è tradotto in una maggiore sensibilità dell’endotelio all’azione dell’ossido nitrico.

EFFETTO SU LDL E TRIGLICERIDI. EPA E DHA

Hanno dimostrato un effetto nella riduzione delle VLDL e del colesterolo totale e una riduzione della produzione di trigliceridi da parte del fegato. Anche la produzione di Lipoproteine A è ridotto dall’assunzione di Omega-3. Un utilizzo di omega tre riduce la lipemia postprandiale, infatti sono proprio le lipoproteine prodotte dopo un pasto ricco di grassi che hanno un’azione aterogenica; la lipemia postprandiale è anche protrombotica poiché aumenta i livelli del fattore VII attivato della coagulazione.
Inoltre, il danno endoteliale che si verifica dopo l’accumulo di lipidi aumenta l’adesione dei leucociti all’endotelio sovraregolando l’espressione delle molecole di adesione, come la molecola di adesione intercellulare 1 (ICAM-1), la molecola di adesione delle cellule vascolari-1 (VCAM-1), E-selectina , o P-selectina, e migliora la loro permeabilità leucocitaria al subendotelio. Questo processo innesca l’infiammazione del tessuto e l’inizio del costituirsi della placca ateromatosa. L’endotelio danneggiato rilascia citochine e fattori di crescita, come la proteina 1 chemiotattica dei monociti (MCP-1) che agiscono come fattori che richiamano i monociti e le cellule T alla parete del vaso. Le condizioni infiammatorie reclutano i monociti circolanti e li sviluppano in macrofagi nel subendotelio.
È stato dimostrato che le resolvine, metaboliti di EPA e DHA, svolgono un ruolo cruciale nella risoluzione attiva dell’infiammazione e sono coinvolte nei meccanismi degli effetti antinfiammatori indotti degli Omega-3.

AZIONE ANTIATEROMATOSA
La riduzione dell’infiammazione vasale che si verifica con l’assunzione di Omega-3 è alla base della riduzione della formazione di placche ateromatose, inoltre potrebbero inibire la neovascolarizzazione dei vasa vasorum e ridurre la migrazione di cellule infiammatorie, portando alla soppressione dello sviluppo della placca.
Fondamentale scegliere prodotti purificati da metalli pesanti e che abbiano almeno 200 mg di DHA e 400 mg di EPA per ogni capsula. 

Polidatina

stimg img 126 23POLIDATINA come antiossidante
La Polidatina (derivato glusodico del resveratrolo) non solo aumenta in numero dei Mitocondri attivando le Sirtuine, considerati i geni della Longevità, ma inibisce anche la Malondialdeide (MDA) deputata alla perossidazione lipidica e aumento dello Stress Ossidativo.
Quando nel nostro corpo i ROS sono elevati, le nostre cellule sentendosi in difficolta’ dall’insulto di queste molecole instabili non attivano i mitocondri per la produzione di energia, non fanno B-ossidazione, non producono AcetiCoa dagli acidi grassi. In questo modo la cellula utilizza meccanismi ancestrali per la produzione di energia sfruttando gli zuccheri per energia immediata, perche’ si sente attaccato da queste molecole dannose e cio’ porta a disfunzione Mitocondriale i nostri geni della Longevita’ non vengono attivati.
Il resveratrolo, (3, 4′, 5 – trans-tri-idrossi-stilbene) è uno stilbene di origine vegetale facente parte della classe delle fitoalexine, molecole capaci di interagire con le strutture biologiche e di attivare processi di riparo e meccanismi difensivi contro stress biotici, come infezioni da microrganismi patogeni e stress abiotici come quelli ossidativi. La struttura della molecola del resveratrolo permette l’esistenza di due forme isomeriche conformazionali: cis e trans.
Esistono di questi isomeri forme glicosilate come il Resveratroloside e la POLIDATINA.
La Polidatina è un principio attivo naturale dotato di incredibili proprietà. E’ il glucoside naturale del più noto stimg img 127 24Resveratrolo ed è una molecola estratta dalle radici della Fallopia Japonica o Polygonum Cuspidatum, una pianta originaria della Cina e del nord-est asiatico.La Polidadina è comunque presente in tutte le parti germinative della pianta, nei frutti e nei fiori.
La molecola, per le sue caratteristiche di idrosolubilità, risulta circa 50 volte più efficace del Resveratrolo, che deriva dalla Polidatina per fermentazione. La Polidatina, grazie a un meccanismo di trasporto attivo che utilizza i trasportatori di glucosio, raggiunge tutte le cellule dei tessuti in concentrazioni molto elevate e attive.

La Polidadina ha azione anti-radicali liberi (anti ROS) e antiossidante, oltre che antinfiammatoria. Inoltre inibisce la Perossidazione lipidica. E’ una molecola efficacissima contro gli stati di Stress Ossidativo.
I Radicali Liberi,molecole altamente reattive prodotte nel nostro organismo in seguito alle più svariate reazioni bio-chimiche, sono la causa di molte malattie e dell’invecchiamento.
La Perossidazione Lipidica è un processo che danneggia le cellule, distruggendo i lipidi di membrana e creando lipidi perossidati ed aldeidi con attività citotossica.
Inoltre la Perossidazione induce la formazione di LDL modificate con conseguente formazione di ateromi (aterosclerosi).
Stress psico-fisico, infiammazioni, intossicazioni, carcinogenesi, alcol, fumo, radiazioni, possono determinare un depauperamento dei sistemi di difesa antiossiossidante e in genere del nostro sistema immunitario.
Lo Stress Ossidativo nasce quando si rompe il naturale equilibrio tra le sostanze nocive ossidanti create fisiologicamente e il sistema neutralizzante (‘Scavengers Antiossidanti’), molecole attive, come il Glutatione, capaci di spazzare via le molecole tossiche createsi.

 

stimg img 128 25La polidatina, grazie alla sua attività antiossidante ed anti-radicali liberi, è un utile coadiuvante negli stati di sofferenza gastroenterica, modula il metabolismo lipidico ed agisce sui mediatori dell’infiammazione.
La polidatina inoltre riduce e normalizza le alterazioni della mucosa del tratto gastro-intestinale, consentendo un migliorato assorbimento delle sostanze introdotte con l’alimentazione e d’altro lato porta alla diminuzione delle reazioni infiammatorie che spesso causano e mantengono le condizioni di insofferenza ed il senso di fastidio a carico del tratto gastro-enterico. In questo contesto l’impiego di tale sostanza può offrire giovamento in un ambito di cura prolungato nel tempo e volto al sostegno dell’organismo in toto oltre alla lotta contro la patologia oncologica.
Le virtù della polidatina sono immense:
1) Agisce contro tutti i radicali liberi e inibisce l’ossidazione dei lipidi riducendo il colesterolo LDL.
2) Combatte lo stress ossidativo con formidabile attività antinfiammatoria.
3) Possiede attività antitumorale: attività antimutagena, inibisce l’iniziazione, la promozione e la progressione dei tumori.
4) inibisce l’aggregazione piastrinica.
5) Potente effetto immunomodulante ed attivazione dell’immunità.
6) Azione antivirale e antibatterica.
7) Spiccate doti anti-invecchiamento e neuroprotettive.
La polidatina viene assorbita facilmente e diventa resveratrolo dentro le cellule esplicando al massimo le potenzialità preventive e curative di questa molecola.

E’ una molecola che aumenta la longevita’ è un attivatore delle sirtuine. Le sirtuine sono una classe di deacetilasi NAD dipendenti responsabili della risposta al deterioramento del DNA, coinvolte nella modulazione trascrizionale del silenziamento di geni nei processi di invecchiamento e conservazione cellulare. Un gran numero di sirtuine sembrano essere interessate nel promuovere la longevità nei mammiferi. Il resveratrolo attiva la sirtuina umana 1 (SIRT 1), omologo di SIR 2 (Silencing Information Regulator) del lievito.
Le sirtuine in particolare inducono il processo cellulare di autofagia che permette alle cellule di riconvertire il proprio contenuto e di togliere in maniera selettiva i mitocondri e altri organismi danneggiati. Oltre a questo SIRT 1 è interessata in una pluralità di eventi cellulari e metabolici con un ruolo determinante in molti di essi. Per esempio essa mobilita i grassi dal tessuto adiposo bloccando l’attività dei recettori PPARgamma (peroxisome proliferatoractivated receptor-gamma) mediante la sua interazione con il corepressore del recettore nucleare NCOR. Inoltre, reprime l’attività trascrizionale del fattore nucleare NF-kappa B deacetilando la subunità p65. SIRT 1 modula anche il metabolismo cellulare mitocondriale grazie alla deacetilazione operata sul co-attivatore del recettore PPAR-gamma, PGC1alpha e la sopravvivenza cellulare in condizioni di stress grazie all’interazione con le proteine FOXO.

 

POLIDATINA come polifenolo
Il resveratrolo è una fitoalexina generata dalle piante a scopo protettivo che difende le stesse da problematiche ambientali come virus, batteri e funghi, in particolare la Botritis cinerea, raggi UV, stress idrici, ecc.
Esso è valido in molteplici patologie dell’uomo. Il resveratrolo conduce diverse azioni benefiche sull’uomo ben verificate e tra le più studiate vi è un’importante attività antiossidante, comuni alla classe chimica dei polifenoli cui appartiene. Al resveratrolo gli studiosi conferiscono elevate attività anti-invecchiamento che permettono di rallentare l’invecchiamento e la manifestazione dei tratti propri dell’invecchiamento nei vertebrati con breve vita. Questa rilevante attività biologica si può relazionare con diversi meccanismi biologici appartenenti al resveratrolo.
Tra le più rilevanti attività biologiche scientificamente provate del resveratrolo nella prevenzione dell’invecchiamento (aging), abbiamo le attività antiossidanti, antinfiammatorie, vaso/endotelio protettive e sirtuino-stimolanti.
Il resveratrolo è particolarmente studiato per la sua l’attività antinvecchiamento sul derma perché il tessuto cutaneo raffigura la prima manifestazione visibile del processo di invecchiamento dell’organismo con la comparsa di rughe, secchezza cutanea ecc.
Il resveratrolo è attivo sulle patologie cutanee a eziologia multifattoriale, specie se presente una componente infiammatoria, per la sua capacità di inibire la perossidazione lipidica, di chelare gli ioni metallici e di agire come radical scavenger. Inoltre, il resveratrolo è noto essere coinvolto in episodi metabolici cellulari come la sintesi degli eicosanoidi e il metabolismo lipidico ed infine ha dimostrato di avere attività antinfiammatoria, vaso rilassante, anti proliferativa ed estrogenica e antitumorale.
Numerosissime pubblicazioni sulle riviste più prestigiose e molti brevetti internazionali dimostrano l’interesse generale oggi esistente intorno al resveratrolo e ai suoi derivati glucosidici (POLIDATINA) nei riguardi di tale attività.

Vitamina A

stimg img 111 9Non fatevi mai mancare la vitamina A: se manca questa, diventano inefficienti la vitamina D3, ormoni tiroidei, ormoni sessuali etc. La vitamina A è una vitamina molto importante: se manca, non vi fa funzionare bene i recettori dei seguenti liganti: ormoni tiroidei, vitamina D, acidi grassi insaturi, ormoni estrogeni,  testosterone, ormoni tiroidei, e qualche altro ancora. Potete assumere questa vitamina attraverso pesci grassi, olio di fegato di merluzzo, verdure ed insalate condite con olio extra vergine di oliva, tuorli d’uovo, frutta a polpa gialla. Infatti il BetaCarotene purtroppo non si lega ai recettori nucleari come fa il retinolo per attivare il messaggio nucleare e promuovere l’attivazione mitocondriale e del sistema immunitario.

 

Ma vediamo di capire perchè succede questo: esistono 2 tipi di vitamina A: la All-trans-retinoico e la 9-cis-retinoico. Queste 2 vitamine si legano ai loro recettori RAR e RXR; La All-Transretinoico si lega al recettore RAR e al recettore RXR La 9-cis-retinoico, si lega solo alla RXR inoltre La vitamina D si lega al recettore VDR Gli acidi grassi insaturi si legano ai recettori PPAR-gamma gli ormoni Tiroidei si legano ai recettori TR. Quando la vitamina D entra nella cellula e si lega con il suo recettore VDR, questo si attiva..e per funzionare deve attaccarsi al recettore della vitamina A attivata RAR o RXR, formando il dimero RAR-VDR, e quindi può entrare nel nucleo ed esprimere i geni bersaglio; QUINDI SE MANCA LA VITAMINA A, la vitamina D non può funzionare perchè VDR non può dimerizzare con RAR o RXR. 

Quindi pur integrandovi di vitamina D, se manca la vitamina A sarete comunque osteoporotici e tendenzialmente deboli dal punto di vista immunitario; Ecco l’importanza della vitamina A nella dieta. Facciamo l’esempio del Sistema Immunitario e attacco dei Virus: La Vitamina D3 si lega ai recettori nucleari VDR/ RXR e successivamente al GcMAF fattore di attivazione dei macrofagi. In questo modo la Vitamina Antinfettiva e la Vitamina D3 possono sconfiggere batteri e Virus grazie a queste cellule attivate del sistema immunitario. Facciamo l’esempio dell’ormone Tiroideo: l’ormone Tiroideo T3, per svolgere la sua funzione entra nella cellula e si  aggancia al suo recettore TR; TR per poter entrare nel nucleo della cellula ed attivare la sua funzione deve combinarsi con il recettore della vitamina A, la RAR o la RXR. Ebbene se manca la vitamina A, l’ormone Tiroideo, pur presente non è in grado di svolgere la sua funzione…ed ecco comparire rallentamento metabolico, intolleranza al freddo, e rugosità della pelle e secchezza degli occhi. La stessa cosa si verifica sui recettori degli androgeni e quindi quelli ormonali. Se non vi è questa attivazione non si produce DHEA e, successivamente Testosterone, Progesterone e estrogeni e nel nostro corpo aumenta il Cortisolo e Colesterolo. Inoltre la Vitamina A lavora in sinergia con la Vitamina D3 anche se sono due vitamine antagoniste. Infatti la Vitamina D3 promuove gli osteoblasti come anche la Lattoferrina quindi la formazione delle ossa effetto anabolico. Mentre il Retinolo promuove gli osteoclasti quindi rompe la  matrice. In questo modo si forma un tessuto osseo forte e capace di sorreggere a fratture e lesioni. Quindi consiglio di associare Vitamina D3 /A insieme la mattina dopo colazione con pasti ricchi di grasso perche’ e’ una vitamina liposolubile. E la sera a cena prendere la Vitamina MK7 in modo da spostare il calcio alle ossa e bilanciare il rapporto Calcio- Fosforo – Paratormone.

Vitamina C naturale con bioflanoidi

stimg img 119 16La vitamina C è tra i più importanti antiossidanti esogeni che vengono assunti con l’alimentazione; gli altri sono la vitamina E, il betacarotene, il coenzima Q 10, i flavonoidi. Il tasso di antiossidanti nei tessuti dipende strettamente dall’alimentazione e aumenta con l’introduzione degli antiossidanti. 
E’ fondamentale quindi che la vitamina C sia completamente vegetale, che derivi quindi completamente da piante richhe di flavonoidi.
I flavonoidi sono stati scoperti dal premio nobel Szent Georgy , che li definì vitamina P. I flavonoidi coadiuvano la vitamina C, ne migliorano l’assorbimento e la proteggono dall’ossidazione, regolano la permeabilità dei capillari, inoltre rilasciano la muscolatura liscia delle arteriole e abbassano la pressione arteriosa. Le ricerche hanno confermato che i flavonoidi proteggono dall’infarto e dall’ictus.
I flavonoidi naturali sono oltre 5000 e si suddividono in 6 gruppi:
1) flavoni ( es.luteoilina ,apigenina)
2) flavonoli (es.quercetina,miricetina)
3) flavononi (es.esperitina ,naringenina)
4) flavanoli (es,catechina, epicatechina)
5) isoflavoni (es.genisteina,gliciteina)
6) antocianine (es.cianidina,petunidina).
I flavonoidi sono molto diffusi nel mondo vegetale, e svolgono numerose funzioni, inclusa la pigmentazione gialla, rossa e blu dei fiori e la protezione da insetti e microbi. Essi svolgono azione: antiallergica, antiinfiammatoria, antivirale, antimicrobica, anticancerogena. In una ricerca eseguita nell’università di Birmingham in Alabama è stato accertato che i flavonoidi estratti dai vegetali e dai frutti ricchi in flavonoidi inibiscono la crescita delle cellule cancerose al 90%. Stati precancerosi sono sempre presenti nei tessuti degli esseri viventi, il cancro si sviluppa in presenza di aumento dello stress ossidativo con danno del DNA, provocato dal fumo, dai raggi ultravioletti o da eccesso di esercizio fisico o da sostanze tossiche dell’aria o dell’acqua o degli alimenti. Questo studio indica la grande importanza dell’alimentazione ricca di frutta e verdura cruda.

FLAVONOIDI, GLI AMICI DELLA CIRCOLAZIONE

I flavonoidi sono metaboliti secondari vegetali. All’interno della pianta svolgono diverse funzioni: conferiscono colore alle piante; proteggono le piante dai raggi UV; proteggono la pianta dai microrganismi patogeni. In caso di forte esposizione ai raggi UV e di forte stress, la pianta sintetizza specifici flavonoidi in grado di far filtrare solo la luce visibile e di ridurre lo stress ossidativo grazie alla loro azione diradical scavenger. Oltre alle numerose attività svolte dai flavonoidi all’interno della pianta, essi sono stati e sono tuttora oggetto di numerosi studi anche per le attività esercitate sulla salute umana. Gli studi hanno dimostrato un’importante funzione biologica anche nell’essere umano tra cui:
– Attività antiossidante e di radical scavenger,
– Attività antinfiammatoria
– Attività antimicrobica
– Attività epatoprotettrice
– Attività antiulcere
– Attività antiallergica
Per tutte queste funzioni i bioflavonoidi vegetali trovano numerose applicazioni: in caso di insufficienza venosa degli arti inferiori e del plesso emorroidario poiché rinforzando il tono venoso riducono il processo infiammatorio in caso di problematiche degli occhi per l’azione sul microcircolo e sull’idratazione dell’occhio, in caso di colesterolo alto poiché svolgono un’azione antinfiammatoria e antiossidante che riduce il danno vasale legato alla perossidazione lipidica. Per queste importanti funzioni abbiamo deciso di formulare un integratore a base di estratti secchi ricchi di flavonoidi e insieme anche di vitamina C per andare a sommare all’effetto dei flavonoidi quello che la vitamina C ha sull’organismo per migliorare la biodisponibilità della vitamina e per evitare le problematiche di pirosi gastrica legata all’assunzione della vitamina C quale acido ascorbico puro.

Vitamina D

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Foods rich in vitamin D. Top view

La vitamina D è da sempre considerata come uno dei principali ormoni steroidei polifunzionali presenti nel nostro organismo e la sua principale attività si concentra sul metabolismo osseo e sulla funzione muscolare. Molto spesso una sua concentrazione eccessiva può essere accompagnata da effetti extra-scheletrici a carico della risposta immunitaria specifica, dell’apoptosi e della carcinogenesi del sistema cardiovascolare. Negli ultimi anni però la comunità scientifica ha focalizzato la sua attenzione sul ruolo che questo ormone ha sul sistema nervoso e in particolare sulla sua funzione neuroprotettiva. Nel dettaglio, è emerso che la carenza di vitamina D è spesso molto frequente tra gli individui più anziani e questo può derivare da una non corretta e carente alimentazione, da una ridotta sintesi dell’ormone a livello cutaneo, ma anche da una ridotta o completamente assente esposizione al sole. In particolare, le ricerche eseguite in questo campo hanno evidenziato sempre di più una correlazione tra mancanza di esposizione alla luce solare e concentrazione di vitamina D nell’organismo. E’ infatti da confermare che l’esposizione alla luce solare è la fonte del 90% della vitamina D presente nel nostro organismo e la sua mancata esposizione è il fattore più rilevante della sempre più diffusa carenza. Dalle ultime analisi statistiche i numeri suggeriscono che circa il 70-80% della popolazione italiana di età superiore ai 69 anni, e circa un milione di persone al mondo, è carente di questa vitamina determinando un aumento delle patologie legate al sistema nervoso. E’ infatti ormai accertata la correlazione tra vitamina D e funzione cognitiva/comportamentale con un aumento di incidenza per le patologie legate al sistema nervoso come la Malattia di Alzheimer. Da primi studi condotti condotti su modelli sperimentali murini di vitamina D e topi knock-out per il recettore VDR, è emerso che sostanze come il calcitriolo, sono capaci sia di attraversare la barriera ematoencefalica sia di essere sintetizzate direttamente nell’encefalo, grazie alla presenza dell’enzima 1α-idrossilasi (ultima tappa enzimatica regolatrice per la sintesi di vitamina D attivata).

Inoltre, a seguito di questi studi che vedono l’utilizzo di calcitriolo marcato nell’encefalo di criceto, sembra sempre di più che la vitamina D abbia un ruolo neuroprotettivo sul sistema nervoso, influenzando diversi processi, tra cui l’omeostasi del calcio a livello cellulare attraverso la regolazione dell’espressione dei canali del calcio voltaggio-dipendenti, ma anche i processi di mielinizzazione, sinaptogenesi, neurogenesi e il rilascio di neurotrasmettitori. Ad oggi le potenzialità della vitamina D come molecola antiossidante e neuroprotettiva nella Malattia di Alzheimer sono oggetto di studio, anche se gli studi fino ad ora disponibili, non permettono di stabilire con certezza se tra le due condizioni sia presente un nesso di causalità oppure se questa associazione sia dovuta alla semplice compresenza dei due fenomeni favorita dallo stile di vita inadeguato dei pazienti anziani. La vitamina D si comporta come un ormone, ha una funzione regolatrice del sistema immunitario.
-SOSTIENE LA CRESCITA E LA SALUTE DELLE OSSA. La sua funzione è soprattutto quella di promuovere la mineralizzazione delle ossa. Essa aiuta a sintetizzare quegli enzimi presenti nelle mucose preposti al trasporto attivo del calcio disponibile. Inoltre è necessaria per una buona crescita dei bambini, in quanto, senza di essa, le ossa e i denti non calcificano bene.

-MANTIENE IL SISTEMA NERVOSO STABILE un’azione cardiaca e una coagulazione sanguigna normali, poiché tali funzioni sono collegate ad una buona utilizzazione da parte dell’organismo di calcio e fosforo.
-MANTIENE STABILI I LIVELLI DI CALCIO E FOSFORO nel sangue stimolando l’assorbimento nel tratto gastrointestinale, mettendo in circolo il calcio e il fosforo delle ossa e stimolandone la ritenzione da parte dei reni.
-E’ considerata un IMMUNOMODULANTE che rallenta o ferma i batteri e virus che causano le malattie e influenze.
-RIDUCE L’INCIDENZA DEI RAFFREDDORI se somministrate insieme alla vitamina C, agiscono come misura preventiva. Diverse ricerche confermano l’importanza dell’integrazione di vitamina D per il trattamento di patologie autoimmuni come la psoriasi, l’artrite remautoide e sclerosi multipla. Fondamentale per il buon funzionamento del sistema immunitario e per il metabolismo; prima di assumerlo si consiglia sempre di eseguire un prelievo per misurare i propri valori di Vitamina D. Le misurazioni andrebbero eseguite in autunno per calcolare la dose quotidiana necessaria (se i valori dovessero essere inferiori a 20 microgrammi/dl si consiglia l’assunzione di 2 cp da 2000U al giorno a colazione, se tra 20 e 30 1 cp al giorno a colazione, se maggiori di 40 1 cp a giorni alterni a colazione). A giugno è possibile sospendere l’integrazione curando di esporsi al sole 2 o 3 volte alla settimana tra le ore12 e le ore 15 per una mezz’ora senza creme protettive

Vitamina K2

La vitamina K è una molecola liposolubile scoperta nel 1929 dallo scienziato danese Henrik Dam. Egli osservò che polli sottoposti ad una dieta inadeguata sviluppavano una particolare situazione clinica caratterizzata da bassi livelli di protrombina e spiccata tendenza emorragica. Successivamente gli stessi scienziati scoprirono che nutrendo questi animali con piante ricche di sostanze liposolubili (erba medica/ medicago sativa) era possibile alleviare questi problemi. Questa sostanza che influiva sulla coagulazione (in danese: Koagulation) fu chiamata vitamina K. Negli stessi anni veniva anche scoperto che soggetti con gravi patologie epatiche ad impronta itterica avevano anch’essi bassi livelli di protrombina. Era stato chiarita la relazione tra vitamina K, adeguata funzione epatica e normale funzione coagulativa. Dal punto di vista biochimico la vitamina K è un chinone, più  precisamente un naftochinone. Nell’ambito dei chinoni si annovera anche l’Ubichinone o Coenzima Q10, quella fondamentale molecola che a livello della Fosforilasi ossidativa mitocondriale catalizza il passaggio più importante, ovvero quello della riduzione dell’ossigeno cellulare ad acqua, con liberazione di una gran quantità di energia sotto forma di ATP. In realtà l’entità di produzione energetica dipende dal potenziale ossidoriduttivo della molecola piazzata a questo livello. Gli antrachinoni hanno un potenziale redox più alto di quello del CoQ10 fisiologico e quindi forzano una maggior produzione di energia, ma anche di ossidazioni, peraltro molto utili in svariate patologie. L’azione biochimica base della vitamina K è la g carbossilazione dei residui glutamminici di varie proteine (Vitamin K-Dependent Gla Proteins) a livello microsomiale. La carbossilazione proteica  rappresenta un potente meccanismo di stimolo della capacità legante il calcio della proteina stessa. Questa azione viene fatta con ossidazione della vitamina K, si libera l’energia necessaria per la decarbossilazione la quale attiva le proteine della coagulazione e permette il legame con gli ioni Ca2+ che creano ponti tra le proteine della coagulazione e i fosfolipidi di membrana delle piastrine. 

Quando si parla di vitamina K ci si riferisce non ad una singola molecola ma ad una famiglia di nutrienti. Si distinguere tra:
Vitamina K1 (o Fillochinone), sintetizzato da vari tipi di piante, si tratta di un’unica molecola.
Vitamina K2 (o Menachinone), sintetizzato da vari batteri della flora intestinale, in particolare Gram+, si distinguono qui vari gruppi di molecole in relazione alla catena laterale formata da un numero diverso di unità isopreniche: 
– MK-4, menachinone a catena corta, meno attivo, presente soprattutto nei prodotti di derivazione animale, ottenuta comunque anche per via sintetica;
– MK-7-13, menachinoni a catena più lunga, più attivi, presenti soprattutto in prodotti fermentati in particolare derivati dalla soia quali il Natto (MK7). Più lunga è la catena isoprenica laterale, maggiore è la lipofilia della vitamina. Vitamina K3 (o Menadione), molecola sintetica usata come sodio bisolfito nell’alimentazione di polli e suini, è idrosolubile ma poco stabile.

FONTI ALIMENTARI DI VITAMINA K

stimg img 113 10Le maggiori fonti dietetiche di vitamina K1 sono le verdure di colore verde scuro e gli olii vegetali.  La vitamina K2 alimentare deriva da 2 maggiori fonti:
– grassi di origine animale quali uova e latte e derivati . Gli animali accumulano K2 nei loro tessuti in proporzione diretta con la ricchezza in vitamina K1 dei vegetali che assumono. Ovviamente la carne ed il latte di animali allevati al pascolo sono molto più ricchi in questa vitamina rispetto agli animali tenuti in stalla e nutriti a cereali. La stessa cosa del resto accade con l’acido alfa linoleico
– specifici alimenti fermentati, quali in particolare la soia (Natto) ed il formaggio Brie. In questi casi la vitamina K2 è prodotta dall’azione di specifici batteri. – MK-4, menachinone a catena corta, meno attivo, presente soprattutto nei prodotti di derivazione animale, ottenuta comunque anche per via sintetica; – MK- 7-13, menachinoni a catena più lunga, più attivi, presenti soprattutto in prodotti fermentati in particolare derivati dalla soia quali il Natto (MK7). Più lunga è la catena isoprenica laterale, maggiore è la lipofilia della vitamina. Vitamina K3 (o Menadione), molecola sintetica usata come sodio bisolfito nell’alimentazione di polli e suini, è idrosolubile ma poco stabile.
La vitamina K2 alimentare deriva da 2 maggiori fonti: si noti come il cibo spazzatura sia poverissimo di vitamina K mentre una buona dieta vegana apporta una buona quantità di vitamina K1. La dieta giapponese ricca di soia fermentata fornisce grandi quantità della miglior vitamina K2 sotto forma di MK-7 (Natto). Il Natto è un cibo tradizionale giapponese ricavato da soia fermentata con bacillus subtilis varietà natto. Anche il miso è a base di soia fermentata. E’ il più salutare dei cibi giapponesi e contiene grandi quantità di vitamina K2 (MK7). Di grande interesse è il fatto che questo cibo contiene Nattochinasi, potentissimo enzima fibrinolitico. Questa molecola si usa anche prima di prolungati viaggi aerei per prevenire i fatti trombotici, in associazione con il picnogenolo.

AZIONE ANTI EMORRAGICA

foto 3La vitamina K è stata da subito messa in relazione con problemi coagulativi. In particolare, nei paesi sviluppati, la sua somministrazione per almeno un mese, alla nascita ha reso oggi rara la sindrome emorragica dei neonati (particolarmente frequente nei prematuri). Essa si differenzia dall’emofilia per la sua insorgenza assai precoce (1-2giorni dalla nascita) e per l’assenza di storia famigliare. Ogniqualvolta vi sia un aumentato rischio emorragico (metrorragia, sanguinamento nasale o gengivale) è utile l’impiego di vitamina K. Paradossalmente un basso livello di vitamina K contribuisce ad un controllo instabile della coagulazione nei pazienti in terapia coumadinica. Il meccanismo della coagulazione è un processo organico molto complesso cui prendono parte 8 proteine plasmatiche tutte vitamina K dipendenti, il risultato finale è la conversione del fibrinogeno solubile in fibrina insolubile che determina la formazione del coagulo, assai ritardata in caso di deficit di vitamina K. L’attenta osservazione delle figure sottostanti spiega come gli anticoagulanti coumarinici non interferiscano su tutte le azioni biologiche della vitamina K. La vitamina K può essere utile anche nel trattamento di morsi di rettili velenosi, quali il Lachesis ed altri serpenti della famiglia dei viperidi, il cui veleno causa emorragie distruggendo o inattivando la protrombina.

PREVENZIONE E TRATTAMENTO DELL’OSTEOPOROSI

foto 4La vitamina K2 agisce attivando una specifica proteina (Osteocalcina) che stimola l’incorporazione del calcio nelle ossa e nei denti. E’ stato dimostrato che la vitamina K2 riduce il rischio di frattura indipendentemente dai livelli di  mineralizzazione ossea. L’associazione con la vitamina D crea una specifica sinergia per il miglioramento della densità ossea. La vitamina K2 agisce anche stimolando la calcificazione del tessuto cartilagineo e rinforzando la struttura degli anelli intervertebrali risultando utile pertanto nell’artrosi degenerativa in generale e nella spondiloartrosi in particolare. Studi recenti hanno evidenziato come la vit.K2 sia il maggior fattore di mobilizzazione del calcio. I suoi livelli sono direttamente correlati con un calo della mortalità in generale e cardiaca in particolare.

OSTEOCALCINA

foto 5Proteina ossea sintetizzata dagli osteoblasti seconda come abbondanza solo al collagene. Essa rappresenta il 2% delle proteine ossee totali ed il 10-20% delle proteine non collageniche. L’osteocalcina è espressa relativamente tardi nelle sviluppo, all’esordire della mineralizzazione. La sua attivazione, ovvero la sua carbossilazione che le conferisce la capacità di legare gli ioni Ca2+, viene inibita dai warfarinici e stimolata dalla vitamina K e dalla vitamina D3 attivata. In realtà sembra che la vitamina D stimoli la sintesi di osteocalcina che poi viene attivata grazie all’intervento della Vitamina K. L’osteocalcina rappresenta l’anello di connessione che spiega il rapporto tra vitamina D e vitamina K nel metabolismo del calcio. Il 20% dell’Osteocalcina non è legata alle ossa e circola a livello sanguigno. Poiché è prodotta solo dagli osteoblasti, il suo dosaggio rappresenta un attendibile marker di metabolismo osseo e dei livelli di vitamina K. Livelli elevati di osteocalcina si riscontrano in adolescenza, nel morbo di Paget e in altre patologie caratterizzate da aumento della mineralizzazione riassorbimento osseo quali l’iperparatiroidismo. La non carbossilazione dell’osteocalcina per carenza di vitamina K è associata ad aumentato rischio di fratture dell’anca. Recentemente si è valorizzato il ruolo metabolico dell’osteocalcina non attivata che sembra giocare una parte positiva nel metabolismo glucidico. Gli studi sono ancora in corso ed appaiono confusi perché prevalentemente fatti su roditori i quali, rispetto agli umani, hanno assai maggior percentuale di osteocalcina carbossilata, tuttavia sembra chiaro un ruolo della vitamina K e conseguentemente dell’osteocalcina nel diabete II e l’importanza di una supplementazione ragionata della vitamina K stessa. 

QUALI ALIMENTI CONTENGONO VITAMINA K1 E QUALI K2?

Ricordando la differenza principale che la K1 regola la coagulazione del sangue, mentre la k2 sposta il calcio alle ossa e regola omeostasi dei liquidi intracellulari. Le più alte concentrazioni di vitamina K1 si trovano in ortaggi verdi a foglia, ma concentrazioni significative sono presenti in verdure non a foglia verde, diversi oli vegetali, frutta, cereali e latticini. Mentre la vitamina K2 è presente nel fegato di animali ma la più ricca fonte alimentare sono alimenti fermentati. 

DA DOVE DERIVA QUESTA VITAMINA COSI’ IMPORTANTE?

 La Vitamina K2 è una vitamina essenziale scoperta di recente che sta attirando l’attenzione del mondo scientifico internazionale per via delle sue evidenze cliniche che dimostrano la sua importanza cruciale nella lotta contro le malattie più comuni e devastanti del nostro tempo e cioè l’osteoporosi e le comuni malattie cardiovascolari. Le malattie cardiovascolari sono la causa più comune di morte nella maggior parte dei paesi nel mondo industrializzato. La vitamina K2 è una vitamina liposolubile che aiuta il corpo ad utilizzare il calcio in modo efficiente.  Alimenti con la più alta concentrazione di vitamina K2: 1) Natto: Tipico piatto giapponese a base di fagioli di soia fermentati con bacillus subtilis. 2) Formaggio “duro”: pecora, capra, mucca. Le concentrazioni più alte sono nel formaggio di pecora e capra. 3) Formaggio “molle”: pecora, capra, mucca. e concentrazioni più alte sono nel formaggio di pecora e capra. 4) Tuorlo d’uovo: Il rosso d’uovo sopratutto biologico. 5) Fegatini di pollo: I fegatini di pollo hanno una grande quantità di vitamina K2. 6) Kefir: Anche il Kefir sembra contenere tracce di vitamina K2 in quantità “buone”. Nelle letture odierne c’è molta confusione. Un errore comune che spesso si sente dire è che gli esseri umani non hanno bisogno della vitamina K2 nella loro dieta, in quanto hanno la capacità di convertire la vitamina K1 in vitamina K2. Tuttavia, anche se gli animali possono convertire la vitamina K1 in vitamina K2, una notevole quantità di studi suggeriscono che gli esseri umani richiedono vitamina K2 assunta con la dieta per ottenere e mantenere una salute ottimale. Inoltre se gli animali non vengono  nutriti con erba al pascolo non riescono a convertire questa vitamina. In definitiva, quali sono i benefici dell’assunzione di vitamina K2?

1) Contrasta le malattie cardiache: La vitamina K2 può aiutare a prevenire le malattie cardiache. L’accumulo di calcio nelle arterie intorno al cuore è un fattore di rischio enorme per le malattie del cuore. Per questo motivo, tutto ciò che può ridurre questo accumulo di calcio può aiutare a prevenire le malattie cardiache. La K2 aiuta a prevenire il deposito di calcio nelle arterie.

2) Contrasta l’osteoporosi: La vitamina K2 può aiutare a migliorare la salute delle ossa e ridurre il rischio di osteoporosi. L’osteoporosi (ossa “porose”) è un problema comune nei paesi occidentali. la K2 svolge un ruolo centrale nel metabolismo del calcio, il minerale principale trovato nelle ossa.

3) Migliora la salute dei denti: La vitamina K2 gioca un ruolo fondamentale nella salute dei nostri denti con l’aiuto simultaneo della vitamina D.

4) Azione anti- ageing con la Vitamina K2 che toglie le borse  degli occhi e aiuta ad eliminare le rughe.

TOSSICITA’ VITAMINA K2 
Non vi è alcuna tossicità conosciuta associata ad alte dosi di vitamina K2. Gli individui che assumono farmaci anticoagulanti, come il warfarin devono consultare il medico prima di assumere o di integrare nella propria dieta cibi ad alto contenuto di vitamina K1. Mentre per la K2 non ci sono effetti collaterali. A differenza di altre vitamine liposolubili, la vitamina K2 non è presente in quantità significativa nel fegato. In ogni caso, la consultazione con il proprio medico curante o Farmacista diventa obbligatoria prima di iniziare un’ integrazione fai da te.

Conclusione: Le ricerche scientifiche riguardo la vitamina K2 sono all’ordine del giorno e questo non esclude che in futuro, ci saranno grandiose novità. Eppure è già chiaro oggi che la vitamina K2 è un nutriente importante per la salute umana. E’ una delle “tante” vitamine che è stata “poco compresa” dalle autorità mediche e dal pubblico in generale. Ma ha una grande capacita’ di guarire noi stessi associata ad una alimentazione corretta, possibilmente senza  zuccheri complessi, solo da frutta e verdura. In modo da utilizzare i grassi a scopo energetico sfruttando la respirazione cellulare nei nostri mitocondri. Aumentando la produzione di Sirtuine i geni della longevita’. Essendo una vitamina liposolubile la K2 si assume ai pasti insieme a Omega 3, Vitamina D3, Astaxantina. Se si assumono piu’ di 5000 Ui di Vitamina D3 si consiglia assunzione di 400 mcg quindi microgrammi di Vitamina K2. Altrimenti 200 mcg sono sufficienti. E’ una Vitamina che si associa in proporzione del dosaggio giornaliero di Vitamina D3 , e a problematiche cardiovascolari. Visto che la Vitamina K2 utilizza stessi recettori della Vitamina D3, il consiglio e’ assumerla almeno 6 ore lontano dalla D3. Ottima associazione con Silicio e Boro che ne aumentano l’assorbimento e regolano i cicli circadiani ormonali. Rispettando il ciclo Ormonale Calcio, Fosforo, Vitamina D3, Paratormone.

A CURA DI: Dott. Antonio Fusco
Specialista in Cardiologia ed Aritmologia

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