acido buttirico

Il sodio butirrato o Acido butirrico: il salva intestino, una sostanza di interesse nutraceutico per il benessere intestinale

Un acido che esplica uno straordinario effetto antinfiammatorio sull’intestino. Grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, l’acido butirrico (o butirrato) viene usato per trattare problemi come: celiachia colite ulcerosa morbo di Crohn malattie infiammatorie croniche intestinali

Pesantezza, gonfiore, irregolarità intestinale, fastidi addominali sono legati a condizioni complesse e varie.
Spesso i primi alleati a cui ci si rivolge per gestire questi fastidi sono i probiotici.
I probiotici, però, agiscono sulla composizione del microbiota intestinale ma hanno poco effetto sulla barriera intestinale. Per supportare l’equilibrio della barriera, linea di confine e filtro tra ciò che deve entrare nel nostro organismo e ciò che deve invece essere trattenuto all’esterno, sono utili altri tipi di attivi.

BUTIRRATO: COS’È E DOVE TROVARLO Il butirrato di sodio è il sale sodico dell’acido butirrico: un acido grasso saturo a corta catena (SCFA). Come tutti gli acidi grassi a corta catena, è prodotto naturalmente dalla fermentazione delle fibre alimentari realizzata dal microbiota intestinale a livello del colon. Si comporta sia come un prebiotico sia come un post-biotico, a seconda dei ceppi batterici con cui interagisce. Con l’alimentazione il butirrato può essere introdotto consumando burro e latticini. Il formaggio grana, ad esempio, ne è molto ricco.

Il sodio butirrato (o butirrato di sodio) è un sale derivato dall’acido butirrico, un acido grasso a catena corta che si forma naturalmente nel nostro intestino grazie all’azione dei batteri benefici che fermentano le fibre alimentari.

CHE RUOLO HA IL BUTIRRATO DI SODIO NELL’INTESTINO?

Il butirrato di sodio rappresenta una fonte di energia per i batteri che compongono il microbiota intestinale e per i colonciti, le cellule che formano l’epitelio del colon.

Inoltre ha un ruolo nel mantenere la fisiologica ipossia all’interno del lume intestinale perché, per essere “bruciato”, spinge la cellula a consumare ossigeno. A differenza della maggior parte dei tessuti corporei, che hanno bisogno di essere ben ossigenati, infatti, l’epitelio e il lume intestinale devono mantenere una bassa pressione parziale di ossigeno.

Una dieta equilibrata con un’adeguata assunzione di butirrato è quindi particolarmente indicata in diverse situazioni:
-durante l’assunzione di antibiotici e nei casi di diarrea ricorrente, quando il microbiota intestinale è impoverito dei ceppi benefici che producono naturalmente il butirrato,
– quando la barriera intestinale è alterata e non produce sufficienti quantità di butirrato,
-nei casi di disbiosi, quando il microbiota intestinale non è in equilibrio.

Il sodio butirrato ha una doppia funzione: può agire sia come un prebiotico, nutrendo i batteri benefici, sia come un post-biotico, a seconda dei ceppi batterici con cui interagisce. Infatti, il butirrato di sodio fornisce energia ai batteri del microbiota intestinale e ai colonciti, le cellule che formano l’epitelio del colon.

Ha anche un ruolo cruciale nel diminuire il livello di ossigeno all’interno del lume intestinale. Questo perché, per essere metabolizzato, il butirrato spinge la cellula a consumare ossigeno. Questo è molto utile per la salute dell’intestino, perché a differenza della maggior parte dei tessuti corporei, che necessitano di un’adeguata ossigenazione, l’epitelio e il lume intestinale devono mantenere una bassa pressione parziale di ossigeno.

Grazie a queste sue proprietà benefiche, il sodio butirrato ha attirato l’attenzione della comunità scientifica e medica. Infatti, negli ultimi anni il butirrato di sodio è diventato sempre più popolare come componente di vari prodotti e integratori alimentari.

A cosa serve il sodio butirrato come integratore

Il sodio butirrato come integratore alimentare offre una serie di indicazioni e benefici per la salute. Uno dei principali vantaggi è il suo effetto positivo sulla salute intestinale. Il sodio butirrato può aiutare a ridurre l’infiammazione dell’intestino, promuovere la crescita di batteri benefici e migliorare l’equilibrio della flora intestinale. Ciò può portare a una migliore digestione, un sistema immunitario più forte e una riduzione dei disturbi gastrointestinali come il colon irritabile.

Oltre a ciò, il sodio butirrato può influenzare il metabolismo energetico, favorendo la riduzione del grasso corporeo e migliorando la sensibilità insulinica. Ciò può essere particolarmente utile per le persone che cercano di perdere peso o gestire il diabete.

Alcuni studi preliminari suggeriscono anche un possibile ruolo del sodio butirrato nella prevenzione e nel trattamento di disturbi neurologici come l’Alzheimer e il Parkinson. Tuttavia, ulteriori ricerche sono necessarie per confermare questi risultati e comprendere appieno il potenziale beneficio del sodio butirrato sul sistema nervoso.

Questi tipi di alimenti sono i migliori per la produzione di acidi grassi a corta catena nel colon: A questo punto penserai: anch’io voglio produrre più acido butirrico! Gomma di Guar: estratta dai baccelli di guar, dei legumi Inulina: si assume da carciofi, aloe, aglio, porri, cipolle, farro, segale e asparagi Fruttoligosaccaridi (FOS): i FOS si trovano in vari tipi di frutta e verdura, tra cui banane, cipolle, aglio e asparagi Amidi resistenti come quello da mais Pectina: buone fonti di pectina sono le mele, le albicocche, le carote, le arance e altre Arabinoxilano: da mais, riso, avena e orzo Grassi: da burro, ghee, formaggio crudo da pascolo, l’olio extra vergine di oliva e altre risorse di grassi Aceto: non solo l’aceto di mele crudo ma tutti i tipi d’aceto Fermentati: i latto-fermentati e i cibi fermentati (crauti, kimchi, kefir, sottaceti, panna acida, senape, …) e bibite (kombucha, kvass..)

Posologia e modalità di assunzione del sodio butirrato

La posologia e le modalità di assunzione del sodio butirrato come integratore alimentare possono variare in base alle esigenze individuali e alle indicazioni specifiche. Solitamente, il sodio butirrato è disponibile in forma di compresse o polvere da assumere per via orale. La dose consigliata può variare a seconda del prodotto e della condizione da trattare, ma solitamente si consiglia di iniziare con una dose bassa e aumentarla gradualmente nel tempo, monitorando attentamente la risposta dell’organismo.

È importante seguire le indicazioni riportate sull’etichetta del prodotto o consultare un professionista sanitario per determinare la posologia adeguata. Inoltre, il sodio butirrato può essere assunto durante i pasti o lontano dai pasti, a seconda delle preferenze personali e delle indicazioni specifiche. È importante sottolineare che il sodio butirrato come integratore alimentare non dovrebbe sostituire una dieta equilibrata e uno stile di vita sano, ma piuttosto essere utilizzato come parte di un approccio globale per il benessere.

Sviluppi futuri e ricerche in corso sul sodio butirrato

Il sodio butirrato come integratore alimentare continua ad essere oggetto di interesse nella comunità scientifica e nutrizionale, e sono in corso molte ricerche per approfondire la sua efficacia e scoprire nuovi possibili utilizzi. Gli sviluppi futuri potrebbero includere la ricerca di dosaggi ottimali e delle modalità di assunzione del sodio butirrato, al fine di massimizzare i benefici per la salute. Inoltre, gli studi potrebbero indagare ulteriormente sulle potenziali applicazioni del sodio butirrato in altre patologie e condizioni, come le malattie neurologiche, le malattie infiammatorie intestinali e l’obesità.

Alcuni studi preliminari suggeriscono anche l’associazione del sodio butirrato con altri principi attivi, come prebiotici e probiotici, per potenziarne l’efficacia e ottimizzare i risultati. È importante sottolineare che le ricerche in corso sono ancora nella fase preliminare e sono necessarie ulteriori evidenze scientifiche per confermare tali scoperte e comprendere appieno il potenziale terapeutico del sodio butirrato come integratore alimentare.

Possibili principi attivi da utilizzare in associazione con il sodio butirrato

L’associazione del sodio butirrato con altri principi attivi potrebbe offrire sinergie e benefici aggiuntivi per la salute. Ad esempio, l’uso combinato con prebiotici e probiotici potrebbe favorire una migliore colonizzazione dei batteri benefici nell’intestino, amplificando così gli effetti positivi del sodio butirrato sulla salute intestinale.

prebiotici, come l’inulina e i fruttooligosaccaridi, agiscono come substrati per i batteri benefici, promuovendo la loro crescita e sopravvivenza. I probiotici, come i lactobacilli e i bifidobatteri, sono ceppi di batteri benefici che possono aiutare a ristabilire l’equilibrio della flora intestinale.

L’associazione del sodio butirrato con antiossidanti come la vitamina C o il resveratrolo potrebbe potenziare gli effetti antinfiammatori e neuroprotettivi del composto. Questa sinergia potrebbe offrire un approccio più completo e multifattoriale per la salute intestinale, metabolica e neurologica. Tuttavia, ulteriori studi sono necessari per comprendere appieno gli effetti combinati di tali associazioni e definire le dosi ottimali e le modalità di assunzione.

PILLOLE DI APPROFONDIMENTO ACIDO BUTTIRICO

Le migliori fonti alimentari che ti consiglio per la formazione dell’acido butirrico:

  • ghee
  • burro
  • latte di pecora
  • latte di capra
  • formaggio Parmigiano
  • carne rossa
  • oli vegetali
  • olio extravergine d’oliva
  • Aceto, tutti i tipi e non solo l’aceto di mele crudo vengono metabolizzati in acido acetico utilissimo all’intestino
  • Cibi e bevande fermentate, tra cui il kefir o i crauti ad esempio, così come altre verdure fermentate.

 L’acido butirrico è un acido grasso saturo, non essenziale, a quattro atomi di carbonio; si trova principalmente nel latte dei ruminanti (2-4%), e solo in tracce in quello di donna; ne sono quindi ricchi il burro ed i latticini in genere.

In virtù del suo basso peso molecolare, l’acido butirrico è volatile ed emana un odore caratteristico, non esattamente gradevole. La sua formazione in seguito al degrado batterico dei trigliceridi cutanei, contenuti nel sebo e nel secreto apocrino, è in parte responsabile dell’odore corporeo e della bromidrosi, o puzza (eccessiva) “di sudore”.

Acido Butirrico e Salute dell’intestino
Una cosa che puzza non è necessariamente dannosa; a livello intestinale l’acido butirrico presenta infatti un effetto paradosso. Se da un lato, insieme alla glutammina, rappresenta una fonte energetica importantissima per le cellule della mucosa intestinale, promuovendone la replicazione, dall’altro inibisce la proliferazione delle cellule cancerose, con possibile effetto protettivo nei confronti del cancro al colon.

Ricordiamo che la mucosa intestinale, rinnovando di continuo le sue cellule (gli enterociti vivono solo pochi giorni), ha esigenze nutrizionali imponenti, e che la sua funzionalità risulta essenziale per l’assorbimento selettivo ed adeguato dei nutrienti utili all’organismo, nonché per la protezione da svariate malattie. Un giusto quantitativo di acido butirrico è quindi necessario per la salute metabolica della mucosa del colon e più in generale dell’intero organismo.

Strategie di Integrazione alimentare

L’eventuale integrazione si può effettuare attraverso i suoi sali, come quelli di calcio o magnesio (calcio butirrato, magnesio butirrato). Tuttavia l’apporto alimentare diretto non è molto importante, dato che l’acido butirrico viene facilmente prodotto nel colon dalla fermentazione microbica dei carboidrati indigeribili. Per aumentare l’apporto di questo prezioso nutriente è quindi sufficiente ingerire quotidianamente la giusta quantità di fibra (30 grammi/die nell’adulto). In tal senso, si è dimostrato particolarmente utile l’amido resistente (che si forma nel pane raffermo o nella pasta lasciata freddare), mentre sul fronte integrativo, per aumentare la sintesi di acido butirrico, sono utili i semi di psillio, la pectina, la crusca di avena e gli integratori di fibra in genere.

 

 

 

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