6 frasi che le persone manipolatrici
usano per zittirti
Articolo rivisto dal Comitato di GuidaPsicologi
articolo tratto da www.guidapsicologi.it
Conosci le espressioni più comunemente usate da chi intende manipolarti? Attenzione: la violenza non è solo fisica!
Hai mai sentito parlare di gaslighting? È una tecnica manipolativa in cui le informazioni vengono distorte o presentate sotto una luce diversa: crea infatti una nebbia mentale di proporzioni epiche che è spesso al centro di una relazione violenta.
Chi utilizza questa tecnica mette alla dura prova i pensieri, le emozioni, le percezioni e la sanità mentale della vittima. Il gaslighting consente ai manipolatori di logorare a tal punto le vittime che queste non possono reagire. Vengono sabotate nei loro sforzi di trovare un senso di certezza in quello che accade.
L’origine del gaslighting
Il termine “gaslighting” ha le sue origini nell’opera teatrale di Patrick Hamilton del 1938, Gaslight, nella quale un marito manipolatore riesce a far impazzire sua moglie facendole mettere in dubbio quello che stava accadendo. È stato ulteriormente reso popolare nell’adattamento cinematografico del 1944, Gaslight, un thriller psicologico su un uomo di nome Gregory Anton che uccide un famoso cantante d’opera. In seguito sposa sua nipote, Paula, per convincerla che sta impazzendo, con l’obiettivo di rubare il resto dei gioielli della sua famiglia. Secondo il dottor George Simon, le vittime di gaslighting cronico possono soffrire di una vasta gamma di effetti collaterali, inclusi flashback, aumento dell’ansia, pensieri intrusivi, un basso senso di autostima e confusione mentale. Con gravi manipolazioni e abusi, il gaslighting può persino portare a idee suicide, autolesionismo e autosabotaggio.
Il gaslighting può assumere molte forme: dal mettere in discussione lo stato della propria salute mentale fino mettere in discussione le esperienze vissute. L’obiettivo di questa tecnica è minare la percezione della vittima al fine di sfuggire alla responsabilità degli abusi commessi. I manipolatori non hanno rimorso, empatia o coscienza . Questa tecnica consente all’aggressore di farla franca con i suoi abusi, mentre continua a descrivere le vittime come vessatrici.
Di seguito vi proponiamo le frasi più comunemente usate dai manipolatori per terrorizzare e portare all’esaurimento la vittima.
Queste espressioni, se usate cronicamente nel contesto di una relazione abusiva, servono a sminuire e distorcere la realtà delle vittime.
1. Sei pazzo / hai problemi di salute mentale / hai bisogno di aiuto
Traduzione: “non sono io ad avere un problema”. Il manipolatore cerca di mettere in dubbio la tua facoltà di pensare per farti credere che il problema sia davvero tu, piuttosto che il suo inganno e la sua manipolazione. Finché credi che sei tu ad aver bisogno di aiuto, non dovrà mai assumersi la responsabilità di cambiare il suo modo di comportarsi.
I manipolatori giocano con le loro vittime, trattandole come pazienti bisognosi di aiuto. Diagnosticare problemi di salute mentale inesistenti è un modo per “patologizzare” le loro vittime e minare la loro credibilità; questo comportamento è ancora più efficace quando gli autori di abusi sono in grado di suscitare queste reazioni nelle loro vittime per convincere la società che sono loro ad avere problemi di salute mentale. Secondo la National Domestic Violence Hotline, alcuni molestatori spingono attivamente le loro vittime sull’orlo del baratro per inventare prove della loro instabilità. La National Domestic Violence Hotline stima che circa l’89% di coloro che chiamano ha subito una qualche forma di coercizione per la salute mentale, e il 43% ha subito coercizione per abuso di sostanze da parte di un aggressore.
2. Non ti fidi di te stesso e sei geloso
Traduzione: mi piace piantare semi di insicurezza e dubbi nella tua mente riguardanti la tua forza attrattiva, le tue competenze e la tua personalità. Se hai il coraggio di mettere in discussione i miei numerosi flirt, i miei affari privati e le mie interazioni inappropriate, sarò sicuro di rimetterti al tuo posto per la tua paura di perdermi. Il problema, e ti convincerò di questo, non è il mio comportamento ingannevole. È la tua incapacità di avere fiducia mentre io ti abbandono continuamente, ti paragono in modo degradante agli altri e alla fine ti metto da parte per la mia prossima vita.
La realizzazione di triangoli amorosi e harem è un punto forte del manipolatore. Robert Greene, autore di The Art of Seduction, parla del potere del manipolatore di creare “un’aura di desiderabilità”, che suscita un senso di frenetica competizione tra i potenziali pretendenti. Nelle comunità di sopravvissuti ad abusi, questa tattica è nota anche come triangolazione. Dà al manipolatore un grande senso di potere. Suscitano attivamente la gelosia dei loro partner al fine di controllarli e dipingerli come squilibrati mentali quando finalmente reagiscono. Quando una vittima fa riferimento in qualsiasi modo all’infedeltà di chi usa questa tecnica, è comune per loro etichettare le vittime come insicure, senza controllo e gelose per evitare sospetti e continuare a sfruttare le molteplici fonti di abuso.
3. Sei troppo sensibile / Reagisci in modo eccessivo
Traduzione: non è che tu sia eccessivamente sensibile, ma piuttosto sono io ad essere insensibile e privo di empatia. Non mi importa delle tue emozioni, a meno che non mi servano in qualche modo. Le tue reazioni negative mi regalano soltanto stimolo e piacere, quindi continua. Adoro criticarti per le tue reazioni legittime ai miei abusi.
Secondo il dottor Robin Stern, uno degli effetti del gaslighting sulla vittima è che quest’utlima si chiederà: “Sono troppo sensibile?” almeno una dozzina di volte al giorno. Affermare che le vittime stanno reagendo in modo eccessivo, o che sono eccessivamente sensibili all’abuso emotivo, è un modo popolare per i manipolatori di ignorare la certezza della vittima sulla gravità dell’abuso che sta subendo.
Che qualcuno sia una persona sensibile o che non lo sia, non importa quando si tratta di abusi psicologici o fisici. L’abuso colpisce chiunque abbia diversi livelli di sensibilità e il suo impatto non dovrebbe essere preso alla leggera. Il segno distintivo di un partner sano è che sente le tue emozioni, anche se magari non è totalmente d’accordo con te. Un manipolatore si concentrerà eccessivamente sulla tua ipotetica sensibilità e affermerà costantemente che stai reagendo in modo eccessivo, piuttosto che prendere atto delle sue azioni orribili quando viene sottolineata la sua colpa e la sua responsabilità, indipendentemente dalla tua “sensibilità”.
4. Era solo uno scherzo, non hai senso dell’umorismo
Traduzione: mi piace mascherare il mio comportamento offensivo e dire che era solo uno scherzo. Mi piace sminuirti e poi dire che non hai abbastanza senso dell’umorismo. Farti sentire difettoso mi permette di dire e fare quello che voglio, il tutto con un sorriso e una risata beffarda.
Secondo Patricia Evans, autrice di The Verbally Abusive Relationship, mascherare osservazioni crudeli, commenti offensivi e rimproveri come “battute” è una tattica molto popolare di abuso verbale. Questa tattica maliziosa è molto diversa dalle prese in giro giocose che richiedono una certa dose di relazione intima, fiducia e divertimento reciproco. Quando i manipolatori distribuiscono queste “barzellette” inquietanti, “regalano” insulti, scherno e disprezzo con l’obiettivo di sminuire la vittima mentre si sottraggono alla responsabilità di scusarsi o di reprimere il circolo vizioso del loro abuso verbale. Ti viene quindi fatto credere che sarebbe tua l’incapacità di apprezzare l ‘”umorismo” dietro la loro crudeltà, piuttosto che ammettere la realtà delle intenzioni offensive.
Gli “scherzi” vengono utilizzati anche per testare i confini nelle prime fasi di una relazione di abuso quello che potresti aver accettato all’inizio come un commento noioso o poco carino potrebbe degenerare in abuso emotivo. Quindi fai molta attenzione.
5. Sei tu il problema, non io
Traduzione: sono io il problema qui, ma tu non devi saperlo! Preferisco sottoporti tutto il tempo ad attacchi personali e avvilirti ogni volta che posso. Mentre trascorri la maggior parte del tuo tempo cercando di correggere i tuoi difetti, o chiedendo cosa ci sia di sbagliato in te, io posso semplicemente sedermi, rilassarmi e continuare a maltrattarti come e quando ritengo opportuno. Ti farò esaurire tutte le tue energie.
È normale che i partner violenti e manipolatori si lancino in proiezioni maligne, arrivando persino a chiamare le loro vittime manipolatrici, e anzi è normale che sostengano che ad avere le loro qualità e i loro comportamenti malvagi siano le vittime. Non fanno che cercare di proiettare sulla vittima quelle che in realtà sono le loro responsabilitpa. È un modo per far capire alle vittime che la colpa è loro, e che il problema sono le loro reazioni alla violenza, piuttosto che la violenza stessa.
Secondo il dottor Martinez-Lewi, un esperto clinico di personalità narcisistica, queste proiezioni tendono ad essere psicologicamente abusive. Come scrive:
“Il narcisista non sbaglia mai. Lui {o lei} incolpa automaticamente gli altri quando qualcosa va storto. È molto stressante essere il destinatario di questo genere proiezioni narcisistiche. La forza delle accuse e delle recriminazioni del narcisista è sbalorditiva e disorientante”.
6. Non l’ho mai detto o fatto, ti stai immaginando tutto
Traduzione: farti mettere in discussione ciò che ho fatto o detto mi permette di mettere in discussione le tue percezioni e i ricordi degli abusi che hai subito. Se ti faccio pensare che stai immaginando delle cose, inizierai a chiederti se stai impazzendo, piuttosto che identificare le prove che dimostrano che sono un manipolatore.
Nel film Gaslight, Gregory fa credere alla sua nuova moglie che la casa di sua zia sia infestata dai fantasmi in modo che anche gli altri possano crederci. Fa di tutto, dal cambiare l’ordine degli oggetti in casa, accendere le lampade a gas e fare rumori in soffitta in modo che non possa più discernere se ciò che sta vedendo è reale o meno. La isola totalmente. Dopo aver creato questi folli scenari, la convince che questi eventi sono solo frutto della sua immaginazione.
Molte vittime del gaslighting lottano con la dissonanza cognitiva che si verifica quando il loro aggressore dice loro: “ma io non ho mai fatto/detto questo!”. Proprio come un ragionevole dubbio può influenzare una giuria, anche sostenere che qualcosa possa non essere successo può essere abbastanza potente da far mettere in dubbio le percezioni di qualcuno. I ricercatori Hasher, Goldstein e Toppino (1997) lo chiamano “effetto verità illusorio”: hanno scoperto che quando le bugie vengono ripetute, è più probabile che vengano interiorizzate come vere, semplicemente a causa degli effetti della ripetizione. Questo è il motivo per cui la negazione continua e la minimizzazione possono essere così efficaci nel convincere le vittime del gaslighting che stanno effettivamente immaginando cose o che soffrono di perdita di memoria, piuttosto che rimanere ferme nelle loro convinzioni e convinte delle loro esperienze.
Come uscirne?
Entra in contatto con la tua realtà e impedisci a te stesso/a di rimanere bloccato in un ciclo infinito di insicurezza. Impara a identificare i soprusi del manipolatore e le sue tattiche manipolative in modo da poter uscire facilmente da conversazioni confuse prima che degenerino in accuse, proiezioni, cambiamenti di colpa e rimproveri, che non faranno che esacerbare la tua situazione.
Sviluppa un senso di auto-convalida e fiducia in te stesso in modo da poter entrare in contatto con ciò che pensi veramente del modo in cui qualcuno ti tratta, piuttosto che rimanere bloccato nel cercare di spiegare te stesso che forse sei tu ad avere la colpa di tutto.
Allontanarti dal tuo aggressore è essenziale. Assicurati di documentare gli eventi mentre accadono: ti aiuterà a ricordare i fatti come effettivamente sono accaduti in caso di nebbia mentale, piuttosto che aderire semplicemente alle distorsioni e alle illusioni del tuo aggressore.
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